Nonostante la Serie A sfumata il Pisa vuole continuare a sognare

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Si è interrotto proprio sul più bello un sogno cullato per più di trent’anni. Al termine di una doppia finale playoff che ha messo a dura prova le coronarie dei tifosi e anche quelle dei semplici spettatori, il Pisa è uscito sconfitto dall’Arena Garibaldi e ha visto sfumare, a un passo dal traguardo, il tanto atteso ritorno in Serie A dopo 180 minuti ricchi di emozioni che hanno visto prevalere il Monza di Silvio Berlusconi.

Pisa-Monza, playoff da brividi e finale amaro

Dopo il 2-1 dell’andata in favore dei brianzoli nell’andata all’U-Power Stadium, il Pisa contava sul fattore campo per ribaltare il risultato e prendersi una promozione che in città i tifosi attendono dal lontano 1991. Un’impresa tutt’altro che impossibile sulla carta, contro un avversario che durante la stagione non era sembrato superiore, e che addirittura è sembrata già raggiunta in più occasioni.

Dopo 9 minuti, ad esempio, quando un colpo di testa di Hjörtur Hermannsson ha piegato le mani del portiere ospite Di Gregorio. Era il gol del 2-0, della promozione virtuale dopo il vantaggio firmato dopo soli 55 secondi da Torregrossa, specialista in promozioni arrivato a gennaio e la cui firma sembrava garantire che il sogno della Serie A sarebbe diventato realtà.

Oppure nel secondo tempo, a mezz’ora dalla fine, quando sul punteggio di 2-1 (rete controversa di Machín) l’ex promessa della Primavera dell’Inter George Pușcaș colpiva la traversa: un gol mancato per una questione di centimetri e che probabilmente avrebbe potuto cambiare la storia della partita e della stagione. Dove certo non erano mancati i rimpianti anche prima dei playoff, occasione però in cui in tanti pensavano che la fortuna avrebbe restituito ai nerazzurri quanto era stato tolto loro.

A un passo dal sogno il Pisa è crollato sul 2-2 firmato da Gytkjær, quindi è tornato a sognare grazie al sinistro di Mastinu che ha trascinato la gara ai supplementari. Dove però il Monza è riuscito a mettere in campo qualcosa in più, sorprendendo la difesa toscana con un colpo di testa di Marrone e poi sfruttando, ancora con Gytkjær, l’errore in disimpegno dello stremato capitano e figlio d’arte Samuele Birindelli.

Un sogno sfumato all’ultimo minuto

È passata la squadra più forte? Probabilmente si, al termine di una stagione che ha visto Pisa e Monza chiudere a pari punti e di una doppia sfida in cui il campo ha emesso la sua sentenza. Tuttavia i rimpianti non mancano, perché la Serie A che in città manca da trent’anni, un’eternità per un popolo tanto orgoglioso come quello pisano, non era mai sembrata così vicina.

L’ultima volta, ricordo di una generazione fa, era stata appunto nella stagione 1990/1991: presidente il mitico Romeo Anconetani, in panchina Mircea Lucescu, in campo nomi che hanno lasciato il segno come Piovanelli e Padovano, Chamot e il “Cholo” Diego Simeone. Un torneo deludente, con la squadra sempre invischiata nella lotta per non retrocedere fino all’epilogo più amaro. Il 7° campionato di sempre in Serie A, il 6° in 10 anni, la sensazione che presto sarebbe arrivata una nuova riscossa.

Così non è stato, e da allora il Pisa ha vissuto non poche difficoltà: gioie sporadiche, due fallimenti, la Serie D, la mancanza di prospettive che avevano finito per deprimere anche una piazza calda come quella locale. Che nel 2019 è tornata a esultare per la Serie B, che per 180 minuti ha sognato concretamente il ritorno in A. E stavolta è consapevole che ripartire si può.

Come non credere del resto alle parole dell’allenatore Luca D’Angelo, che ha plasmato questo gruppo, lo conosce come le proprie tasche, e subito dopo la sfida persa con il Monza si è detto sicuro che la Serie A è soltanto rimandata. Parole che fanno eco a quelle dell’amministratore delegato Giovanni Corrado, che ha voluto ringraziare la città e i tifosi per poi sottolineare che il viaggio ripartirà. Con lo stesso obiettivo, anche se forse senza di lui.

Come sarà il Pisa della prossima stagione?

Anche nella stagione 2022/2023 il Pisa sarà l’unica squadra a rappresentare la Toscana in Serie B, la terza nella piramide calcistica nazionale per importanza a livello regionale dopo Empoli e Fiorentina. Non sarà facile ripetersi, e certo la società dovrà sciogliere i nodi relativi ai riscatti di pedine fondamentali come Pușcaș, Torregrossa e Benali, oltre a sperare che il talento di Lorenzo Lucca torni a risplendere come avvenuto nella prima parte della stagione, quando addirittura si parlava di lui in ottica Nazionale.

La base è comunque solidissima. Si riparte da un gruppo che nella stagione appena conclusa ha centrato i seguenti risultati:

  • 67 punti in campionato nella stagione regolare
  • 19 vittorie, 13 pareggi e 9 sconfitte
  • 48 gol fatti (9° miglior attacco della B)
  • 35 gol subiti (3ª miglior difesa della B)

Vedremo quali saranno gli interventi sul mercato in estate: soltanto allora sarà possibile valutare la forza del Pisa e quanto sarà concreto sperare nella promozione. La prima certezza dovrebbe essere rappresentata da mister D’Angelo, che presto si incontrerà con il presidente Knaster per pianificare un futuro che al 99% sarà ancora comune. Una cosa è certa: dopo averlo fatto nel corso di un’intera stagione e fino all’ultimo secondo, il Pisa e i propri tifosi non hanno intenzione di smettere di sognare.