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benefattori e beneficati.....
16-05-2012 18:43 - volley
Domenica 22 aprile la nostra Under 18 ha vinto la finale del campionato Regionale e si è guadagnata il pass per le Finali Nazionali di Potenza.
Dieci anni contraddistinti nel settore giovanile da 14 titoli provinciali, tre titoli regionali, una medaglia di bronzo ai nazionali e numerosi podi d´onore. La conquistata medaglia di bronzo alle finali nazionali under 18 del 2010 a Boario rimane un evento indimenticabile per la nostra modesta società come indimenticabili per me sono le forti emozioni allora vissute. Riguardo spesso le foto di quei giorni ed alcune di esse voglio riproporvele perché vi sono immortalate anche due ragazze, che a tutt´ oggi sono (ma per poco ancora) di proprietà della Polisportiva, Giulia Pisani ed Eleonora Bruno. La prima (´92) ha già nel carniere numerosi allori la seconda (´94) è lanciatissima e pronta per ottenerli; la prima allora era al Club Italia e decise di assumersi l´onere e l´onore di parteciparvi, la seconda è oggi al Club Italia e l´onere e l´onore non si è sentita di farli propri avanzando prima "motivi di studio" poi "motivi di nazionale e carriera". Una decisione che mi ha deluso ed amareggiato (e non solo me) e che mi h fatto venire a mente quanto scritto nel suo libro (uno dei pochi letti) da Maria Rita Parsi in cui chiarisce cosa è la "sindrome rancorosa del benificato". Lo definisce il "sordo, ingiustificato rancore (talvolta covato inconsapevolmente altre volte coscientemente) che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente debito di riconoscenza nei confronti del suo benefattore. Un beneficio che egli dovrebbe spontaneamente riconoscere ma che non riesce, fino in fondo, ad accettare di aver ricevuto. A tal punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o sminuirlo o negarlo o, addirittura a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi ed a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare". La Parsi nel libro parla "dell´ingratitudine, quella mancanza di riconoscenza che ognuno di noi ha incontrato almeno una volta nella vita". Attraverso una serie di storie, in tal senso esemplari, di benefattori e beneficati proponendo di essi un proprio decalogo "indirizzato a saper riconoscere l´ingratitudine e a difendersene, a saper arginare i danni ed usarla addirittura per rafforzarsi" (nel caso, magari nel momento della trattativa per il trasferimento ad altra società ndr).
P.G.
Fonte: Petrini Gabriele Uf. Stampa
Dieci anni contraddistinti nel settore giovanile da 14 titoli provinciali, tre titoli regionali, una medaglia di bronzo ai nazionali e numerosi podi d´onore. La conquistata medaglia di bronzo alle finali nazionali under 18 del 2010 a Boario rimane un evento indimenticabile per la nostra modesta società come indimenticabili per me sono le forti emozioni allora vissute. Riguardo spesso le foto di quei giorni ed alcune di esse voglio riproporvele perché vi sono immortalate anche due ragazze, che a tutt´ oggi sono (ma per poco ancora) di proprietà della Polisportiva, Giulia Pisani ed Eleonora Bruno. La prima (´92) ha già nel carniere numerosi allori la seconda (´94) è lanciatissima e pronta per ottenerli; la prima allora era al Club Italia e decise di assumersi l´onere e l´onore di parteciparvi, la seconda è oggi al Club Italia e l´onere e l´onore non si è sentita di farli propri avanzando prima "motivi di studio" poi "motivi di nazionale e carriera". Una decisione che mi ha deluso ed amareggiato (e non solo me) e che mi h fatto venire a mente quanto scritto nel suo libro (uno dei pochi letti) da Maria Rita Parsi in cui chiarisce cosa è la "sindrome rancorosa del benificato". Lo definisce il "sordo, ingiustificato rancore (talvolta covato inconsapevolmente altre volte coscientemente) che coglie come una autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente debito di riconoscenza nei confronti del suo benefattore. Un beneficio che egli dovrebbe spontaneamente riconoscere ma che non riesce, fino in fondo, ad accettare di aver ricevuto. A tal punto di arrivare, perfino, a dimenticarlo o sminuirlo o negarlo o, addirittura a trasformarlo in un peso dal quale liberarsi ed a trasformare il benefattore stesso in una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare". La Parsi nel libro parla "dell´ingratitudine, quella mancanza di riconoscenza che ognuno di noi ha incontrato almeno una volta nella vita". Attraverso una serie di storie, in tal senso esemplari, di benefattori e beneficati proponendo di essi un proprio decalogo "indirizzato a saper riconoscere l´ingratitudine e a difendersene, a saper arginare i danni ed usarla addirittura per rafforzarsi" (nel caso, magari nel momento della trattativa per il trasferimento ad altra società ndr).
P.G.
Fonte: Petrini Gabriele Uf. Stampa