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Addio a Tonino Duranti. Per trent´anni ha formato i giovani calciatori amaranto
03-02-2013 19:50 - calcio
L´Asd Rassina porge le più sentite condoglianze alla famiglia di un grande allenatore che ha allenato a Rassina nei pri anni della sua carriera.
Si è spento ieri sera un allenatore che ha fatto la storia dell´Arezzo. Per trent´anni è stato una colonna portante del settore giovanile e sotto la sua guida sono passati Graziani, Menchino Neri, i fratelli Carboni e tutti i ragazzi più forti. Era un istruttore di calcio e un insegnante di vita, uno che ha saputo dividersi tra il ruolo del tecnico e quello del padre. Il prossimo 16 marzo avrebbe compiuto 77 anni.
Fonte: Amaranto Magazine
Si è spento ieri sera un allenatore che ha fatto la storia dell´Arezzo. Per trent´anni è stato una colonna portante del settore giovanile e sotto la sua guida sono passati Graziani, Menchino Neri, i fratelli Carboni e tutti i ragazzi più forti. Era un istruttore di calcio e un insegnante di vita, uno che ha saputo dividersi tra il ruolo del tecnico e quello del padre. Il prossimo 16 marzo avrebbe compiuto 77 anni.
Tonino Duranti era un allenatore vero. Era un istruttore di calcio e un insegnante di vita, un uomo burbero soltanto all´apparenza. Era una di quelle persone che ti lasciavano qualcosa in dote, qualcosa che apprezzavi con gli anni e col trascorrere del tempo. Ti ammaliava con le parole, ti spiazzava con la sua gergalità, ti chiedeva di imparare a gestire l´oggetto, cioè il pallone, e di saperlo lavorare in acrobazia e in mezza acrobazia. Era il suo modo per catturare l´attenzione, per trascinarti dalla sua parte, per spiegarti cosa fare quando stavi dentro al campo.Di ragazzi, Tonino Duranti ne ha visti passare a centinaia. Per quasi un trentennio è stato il punto di riferimento del settore giovanile dell´Arezzo: ha diretto, gestito e fatto crescere. Ha dispensato indicazioni tattiche e consigli personali, ha vestito i panni del mister e dell´educatore, ha saputo dividersi tra il ruolo del tecnico e quello del padre.Con lui ci litigavi e ci facevi pace, ne maledivi gli spigoli del carattere e ne apprezzavi la ferrea coerenza. Con Tonino Duranti non si sgarrava sulle regole, non si rispondeva male, non ci si atteggiava a fenomeni. Tempo un minuto e stavi fuori. Con lui però si apprendeva il calcio. Era un uomo tutto d´un pezzo che non chiedeva nulla per sé e dava l´anima per i suoi ragazzi. Ha anche sofferto per questo, specie quando ha dovuto scontrarsi con i tempi che cambiavano, la nuova didattica, l´evoluzione delle metodologie di lavoro. Soffriva nel sentirsi considerare superato perché sapeva che era soltanto una grossa, assurda, stupida bugia. A lui e alla sua passione per il pallone, agli anni trascorsi sotto il sole, la neve, la pioggia, il vento, ai giocatori lanciati in serie B e in serie A, faceva un baffo il calcio moderno. E aveva ragione.Sotto la sua guida, a guardarlo aggiustarsi la visiera del cappellino, a leggere nella sua cartellina d´appunti, a osservarlo mentre stava a ginocchia piegate davanti alla panchina, sono passati tutti i più forti: Graziani, Menchino Neri, i fratelli Carboni. Tutti. Tonino Duranti è stato per tre decenni una colonna portante dell´Arezzo. Aveva un orgoglio smisurato, una competenza rara, un entusiasmo indicibile. E per i colori amaranto ha speso veramente tutta una vita.Negli ultimi anni ha dovuto combattere l´unica battaglia che sapeva non sarebbe riuscito a vincere, quella contro la malattia. Il suo sguardo non era più quello fulminante di una volta, non si metteva più il dito sotto l´occhio per dimostrare che a lui non lo fregavi.Tonino Duranti se n´è andato ieri sera, portandosi dietro una fetta di storia dell´Arezzo. Il 16 marzo avrebbe compiuto 77 anni e di sicuro si sarebbe rifugiato volentieri in mezzo a un campo da calcio, con un pallone sottobraccio. Buon viaggio mister, ci lascia il ricordo di una persona perbene della quale ci sarebbe stato ancora tanto bisogno.
Fonte: Amaranto Magazine